Un libretto ribelle per il diritto alla residenza: così può essere definito il nuovo toolkit della Campagna LasciateCIEntrare che, attraverso un monitoraggio annuale, ha raccolto le prassi differenti dei diversi uffici amministrativi in tutt’Italia e le strategie attuate dalle realtà territoriali per resistere alle discriminazioni e all’arbitrarietà burocratica.
Nonostante le norme vigenti riconoscano il diritto alla residenza per chiunque soggiorni regolarmente sul territorio italiano, infatti, molti richiedenti asilo continuano a non essere iscritti all’anagrafe e sempre più migranti senza fissa dimora non riescono ad accedere alla residenza fittizia in un dedalo di impedimenti tra uffici anagrafe di Comuni che non hanno le liste per la residenza fittizia e questure che continuano a richiedere, del tutto illegittimamente, il requisito della residenza per i rinnovi dei permessi di soggiorno. Stessa cosa avviene per i lavoratori delle campagne nel sud Italia che impossibilitati a iscriversi all’anagrafe non riescono ad accedere al diritto pubblico alla salute.
La guida pratica della Campagna è una risposta a quelle prassi arbitrarie che da nord a sud del Paese determinano non solo una negazione di diritti sanciti ma anche un aggravio delle condizioni di vita delle persone. Ad esempio, a Roma ci vogliono mesi e mesi di attesa delle valutazioni degli Assistenti sociali per ricevere una risposta rispetto alla richiesta di residenza fittizia; 12 sono invece i mesi di permanenza sul territorio comunale di Trento per poter sperare di accedere all’iscrizione alla via fittizia.
Attese ed abusi che incrementano il traffico della compravendita di residenze false e moltiplicano la caduta nell’irregolarità di coloro che pur potendo rinnovare il proprio permesso, si trovano invece bloccati a causa dell’illecita richiesta delle questure della residenza e dall’impossibilità di iscriversi all’anagrafe.
Dal quadro che emerge l’Italia appare tutto fuorché uno Stato unico: nei cunicoli delle amministrazioni si perdono, infatti, le norme che dovrebbero essere uniche e garantire tutti i cittadini senza alcuna discriminazione etnica o di classe sociale.
La Campagna si augura che inizi un periodo di lotte comuni per il rispetto di quelle leggi che la maggior parte degli uffici comunali e Questure disattendono e per il diritto ai documenti per tutti quei migranti presenti in Italia e resi invisibili da prassi discriminatorie.
A questo primo toolkit ne seguirà un altro relativo alle prassi illegittime delle Questure che limitano l’accesso dei migranti alla procedure per la richiesta di protezione internazionale.